Il 10 febbraio siamo entrati nell’anno del drago. Il calendario cinese si rifà al calendario della luna, la data del nuovo anno varia di anno in anno di qualche settimana. Nel loro zodiaco troviamo, come nel nostro, 12 segni: il topo, il bue, la tigre, la lepre, il drago, il serpente, il cavallo, la pecora, la scimmia, il gallo, il cane, il maiale. Vogliamo prendere come pretesto l’anno del drago (quest’anno associato al colore verde e al legno come elemento), per parlare del drago, emblema per eccellenza della fantasia. Da sempre lo ritroviamo in storie e racconti di diversi popoli e culture. Dal greco δρáκων – serpente gigante – il drago rappresenta la figura mitologica di un rettile in varie forme, a volte alato a volte dominatore delle acque. In Europa le figure mitologiche non hanno trovato spazio nella visione religiosa e a volte vi assumono connotati negativi. Nel racconto dell’Apocalisse, per esempio, il drago simbolizza il Male, “il vecchio serpente”, le sue sette teste rappresentano i sette vizi capitali. Nell’arte cristiana la vittoria sul drago come vittoria sul Male è un tema ricorrente. Le sculture romaniche e le iniziali dei libri che usano la forma del drago simboleggiano sempre la sconfitta del Male. Visioni di animali fantastici si trovano nei ‘bestiari’, testi medioevali diffusi soprattutto in Francia e in Inghilterra nel tredicesimo e quattordicesimo secolo: questi raccolgono, in ricchi cicli di illustrazioni, rappresentazioni di animali sia reali che immaginari. L’unicorno, draghi, sirene, sfingi, quadrupedi con due teste…disegni di queste creature mitologiche sono accompagnati spesso da spiegazioni moralizzanti e da riferimenti biblici. Nella cultura asiatica non abbiamo una scissione tra religione e mitologia. Il drago rimane simbolo di forza, di buon auspicio e di protezione. Nei templi buddisti i draghi decorano torri e ringhiere e sono i custodi del luogo. In Cina il numero delle nascite nell’anno del drago raggiunge il picco, essendo il segno zodiacale che viene considerato il più forte e fortunato. Al drago viene associato un maggior potere spirituale, lo si associa alle forze primarie, alla saggezza e a lunga vita.
Ricordiamo Falcor, il drago bianco portafortuna, fedele amico di Bastiano, il giovane protagonista della Storia infinita. Insieme sorvolano il regno di Fantasia per salvarlo dal nulla divorante. Anche loro quest’anno festeggiano un anniversario: il film dello scrittore tedesco fantastico Michael Ende entra infatti nelle sale nel 1984, quarant’anni fa. “Il regno di Fantasia è entrato nell’immaginario collettivo”, così commenta il Corriere della sera.Potremmo dire di sì! Fantasia e i suoi abitanti ne fanno proprio parte ormai. Chi non ricorda l’Infanta Imperatrice nelle torri d’Avorio, Atreyu, il suo cavallo Artax, Morla la tartaruga che vive nella palude della tristezza, il gigante mangia pietre e quella canzone dei Limahl:
”turn around, look at what you see…reach the stars. Fly a fantasy
Dream a dream
And what you see will be
Rhymes that keep their secrets
Will unfold behind the clouds
And there upon a rainbow
Is the answer to a neverending story…”
E la buona notizia: se noi ricordiamo Fantasia, Fantasia è salva. E con lei noi. In un mondo come il nostro abbiamo tanto bisogno di draghi, di eroi e di magia, oggi più che mai!
Maria Giulia Ascher